Walter Chiari
Walter Chiari, figlio di genitori pugliesi, trascorse la sua infanzia a Milano, dove il padre, un brigadiere, fu trasferito quando Walter aveva otto anni. Fin da giovane, alternò momenti di spensieratezza e allegria a una brillante irrequietudine. A soli tredici anni si iscrisse a un boxing club milanese, diventando campione regionale della Lombardia nei pesi piuma nel 1939, prima ancora di compiere sedici anni.
Dopo aver servito nell’esercito durante il dopoguerra e sperimentato brevemente la carriera pugilistica, Chiari iniziò a realizzare il suo sogno di diventare attore. Nel 1946 fece una breve apparizione in uno spettacolo intitolato “Se ti bacia Lola”. L’anno successivo, debuttò come attore cinematografico nel film “Vanità” di Giorgio Pastina, vincendo un Nastro d’argento speciale come miglior attore esordiente. Nel 1950, brillò nell’interpretazione della rivista “Gildo”.
Negli anni successivi, Chiari alternò successi cinematografici a trionfi sul palcoscenico, diventando noto per il suo stile rivoluzionario e la sua capacità innata di intrattenere il pubblico. Nel 1955, fu protagonista della rivista “Oh quante belle figlie Madame Dorè”, seguita l’anno successivo dalla commedia musicale “Buonanotte Bettina”. Nel 1958, debuttò in televisione nel varietà “La via del successo”.
La carriera di Chiari continuò con successo negli anni ’60 e ’70, con ruoli memorabili in film come “Il giovedì” (1964) diretto da Dino Risi e “Falstaff” (1966) diretto da Orson Welles. Nel 1968, divenne conduttore della trasmissione musicale “Canzonissima”. Durante questo periodo, divenne noto anche per la sua vita sentimentale, sposando l’attrice e cantante Alida Chelli.
Tuttavia, la carriera di Chiari subì un duro colpo nel 1970, quando fu accusato di consumo e spaccio di cocaina. Nonostante fosse prosciolto dalle accuse più gravi, la sua reputazione ne fu comunque compromessa. Negli anni successivi, continuò a lavorare nel teatro, nel cinema e in televisione, ma con ruoli sempre meno rilevanti.
Negli anni ’80, Chiari cercò di rilanciare la sua carriera con ruoli teatrali di maggior prestigio e partecipazioni cinematografiche di rilievo. Nel 1986, interpretò l’avvocato Lattes nell’adattamento teatrale de “Gli Amici” di Arnold Wesker. Tuttavia, non ottenne il riconoscimento sperato e dovette accontentarsi di ruoli di serie B.
Nel 1990, Chiari recitò nel suo ultimo film, “Tracce di vita amorosa” diretto da Peter Del Monte. Purtroppo, il 21 dicembre 1991, Chiari morì per un infarto nel suo appartamento a Milano. Nonostante le sue grandi performance e il suo contributo al cinema e al teatro italiano, non ricevette mai un premio ufficiale per il suo lavoro.
Walter Chiari rimane un’icona della commedia italiana, ricordato per la sua spontaneità, la sua ironia e la sua vitalità. Sebbene la sua carriera sia stata segnata da alti e bassi, il suo contributo all’arte dello spettacolo rimane indelebile nella memoria collettiva italiana.