Sanremo 1964

Festival di Sanremo 1964

  • Febbraio 19, 2014
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Il quattordicesimo festival della canzone italiana, presentato da Mike Bongiorno e vinto da Gigliola Cinquetti, si tenne a Sanremo dal 30 gennaio al 1º febbraio 1964.

La novità dell’edizione fu l’apertura alle esibizioni di cantanti stranieri ed i risultati non si fecero attendere, dato che tutte le dodici canzoni finaliste entrarono prepotentemente nella hit parade e pure E se domani, esclusa dalla finale, divenne un successo di vendite grazie all’interpretazione di Mina. 

Due canzoni ebbero successo anche fuori dall’Italia: Non ho l’età (Per amarti) dell’esordiente Gigliola Cinquetti, destinata a vincere anche l’Eurovision Song Contest ed a sfiorare i 10 milioni di copie di dischi nel mondo, ed Una lacrima sul viso di Bobby Solo, che vendette solo in Italia un milione e mezzo di copie in due mesi. Riguardo all’esibizione di Bobby Solo, fece scalpore la sua performance in playback in occasione della finale, a causa di un fastidioso mal di gola che gli impedì di cantarla regolarmente. 

La canzone venne esclusa dalle votazioni, però diversamente dal caso precedente di Claudio Villa, il discografico Enzo Micocci riuscì ad evitare il palcoscenico vuoto ed ottenne la possibilità che il cantante mimasse con la bocca la canzone.

Le canzoni tornarono ad essere 24, di cui solo 12 finaliste e anche l’esecutore cambiò ad ogni canzone, scelto dall’autore e dalla casa discografica. Venne deciso, inoltre di proclamare una sola canzone vincitrice, lasciando tutte le altre a pari merito.

La giuria in sala venne abolita sostituendola con 20 giurie sparse in giro per l’Italia, costituite ognuna da 15 persone di età al 50% superiore e inferiore a 25 anni.


Gian Maria Volonté

Volonté Gian Maria

  • Dicembre 05, 2011
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Gian Maria Volonté nacque a Milano, ma crebbe a Torino, il 9 aprile 1933. Il padre, Mario Volonté, era un milite fascista originario di Saronno (in provincia di Varese) che, nel 1944, fu al comando della Brigata Nera di Chivasso, incaricata di dar la caccia ai partigiani comunisti; la madre, Carolina Bianchi, apparteneva ad una benestante famiglia di industriali milanesi.


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Little Tony

Little Tony

  • Febbraio 09, 2011
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Nato a Tivoli il 9 febbraio del 1941, Antonio Ciacci (questo il suo vero nome), giovanissimo, si interessa alla musica grazie alla passione del padre, dello zio e i fratelli, tutti musicisti. 

Le prime pedane sono i ristoranti dei Castelli Romani, seguono poi le balere e i teatri d’avanspettacolo. Viene notato del 1958 Jack Good, impresario inglese, che assiste a un suo spettacolo al teatro Smeraldo di Milano. Good convince l’artista a partire con i suoi fratelli per l’Inghilterra: oltremanica nascono i “Little Tony and his brothers”. In questi anni alimenta un vero e proprio amore per il rock’n’roll. Tra il ’58 e il ’60 incide un notevole numero di 45 giri tra cui “Lucille”, “Johnny B.Good”, “Shake Rattle And Roll”. Rientra in Italia e partecipa al Festival di Sanremo in coppia con Adriano Celentano nel 1961. Canta “24 mila baci” e si classifica al secondo posto. Nello stesso anno incide diverse canzoni per altri film. Il primo successo discografico esplosivo arriva l’anno seguente (1962) con “Il ragazzo col ciuffo”. Il trionfo, quello vero, nel 1966 quando presenta al Cantagiro una delle canzoni che saranno suo simbolo distintivo: “Riderà”. Nel 1964 presenta a Sanremo “Cuore matto”, altro exploit di vendite. “Cuore matto” fa conoscere Little Tony in altri paesi europei e in America latina. Il 23 aprile del 2006, viene colpito da un infarto (che supera brillantemente) durante un concerto al “Contessa Banquet Hall” di Ottawa e organizzato per la comunità italo-canadese. Nel 2008 partecipa di nuovo al Festival di Sanremo col brano “Non finisce qui”.

Little Tony muore nel 2013 a 72 anni nella clinica Villa Margherita dove era ricoverato da mesi a causa di un tumore.


Adriano Celentano

Celentano Adriano

  • Gennaio 20, 2010
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Adriano Celentano grazie alla sua carriera e ai suoi grandi successi, non solo in Italia ma anche nel resto del mondo, è considerato uno dei pilastri della musica leggera italiana. Il suo carattere ha fatto sì che attorno a Celentano si costruisse un personaggio divenuto un emblema e un’icona per molti italiani del secondo dopoguerra. 

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