Bettino Craxi
Bettino Craxi (Milano 1934 – Hammamet, Tunisia, 2000), è stato un politico italiano che ha indubbiamente segnato la storia politica del Paese. Da dirigente della gioventù socialista a membro di spicco del comitato centrale del Partito Socialista Italiano (PSI) dal 1957, Craxi è stato una figura chiave. Autorevole esponente della corrente autonomista, nel 1965 entrò nella direzione del PSI, contribuendo attivamente all’unificazione con i socialdemocratici.
Eletto deputato nel 1969 e vicesegretario del PSI nel 1970, Craxi divenne segretario nazionale nel luglio 1976. La sua leadership mirava al consolidamento dell’autonomia del PSI, specialmente rispetto al Partito Comunista Italiano (PCI). Una strategia che comportò una vivace polemica contro il PCI e un’alleanza spesso tesa con la Democrazia Cristiana.
Il culmine della sua carriera politica fu la guida di due governi di coalizione (1983-1987) tra DC, PSI, PSDI, PLI e PRI. Tuttavia, questo periodo fu segnato dalle inchieste su tangentopoli, portando alle dimissioni di Craxi da segretario del PSI nel 1993. In un discorso alla Camera nel 1993, riconobbe il finanziamento illegale dei partiti, estendendo le responsabilità a tutto il sistema politico.
Condannato, Craxi si ritirò in Tunisia nel 1994. La sua storia è emblematica, riflettendo la complessità della politica italiana. La controversa figura di Craxi rimane un punto di discussione nella storia politica dell’Italia moderna.