Walter Chiari

Walter Chiari

  • Aprile 09, 2024
  • Nessun commento
  • Archivio Riccardi

Walter Chiari, figlio di genitori pugliesi, trascorse la sua infanzia a Milano, dove il padre, un brigadiere, fu trasferito quando Walter aveva otto anni. Fin da giovane, alternò momenti di spensieratezza e allegria a una brillante irrequietudine. A soli tredici anni si iscrisse a un boxing club milanese, diventando campione regionale della Lombardia nei pesi piuma nel 1939, prima ancora di compiere sedici anni.

Dopo aver servito nell’esercito durante il dopoguerra e sperimentato brevemente la carriera pugilistica, Chiari iniziò a realizzare il suo sogno di diventare attore. Nel 1946 fece una breve apparizione in uno spettacolo intitolato “Se ti bacia Lola”. L’anno successivo, debuttò come attore cinematografico nel film “Vanità” di Giorgio Pastina, vincendo un Nastro d’argento speciale come miglior attore esordiente. Nel 1950, brillò nell’interpretazione della rivista “Gildo”.

Negli anni successivi, Chiari alternò successi cinematografici a trionfi sul palcoscenico, diventando noto per il suo stile rivoluzionario e la sua capacità innata di intrattenere il pubblico. Nel 1955, fu protagonista della rivista “Oh quante belle figlie Madame Dorè”, seguita l’anno successivo dalla commedia musicale “Buonanotte Bettina”. Nel 1958, debuttò in televisione nel varietà “La via del successo”.

La carriera di Chiari continuò con successo negli anni ’60 e ’70, con ruoli memorabili in film come “Il giovedì” (1964) diretto da Dino Risi e “Falstaff” (1966) diretto da Orson Welles. Nel 1968, divenne conduttore della trasmissione musicale “Canzonissima”. Durante questo periodo, divenne noto anche per la sua vita sentimentale, sposando l’attrice e cantante Alida Chelli.

Tuttavia, la carriera di Chiari subì un duro colpo nel 1970, quando fu accusato di consumo e spaccio di cocaina. Nonostante fosse prosciolto dalle accuse più gravi, la sua reputazione ne fu comunque compromessa. Negli anni successivi, continuò a lavorare nel teatro, nel cinema e in televisione, ma con ruoli sempre meno rilevanti.

Negli anni ’80, Chiari cercò di rilanciare la sua carriera con ruoli teatrali di maggior prestigio e partecipazioni cinematografiche di rilievo. Nel 1986, interpretò l’avvocato Lattes nell’adattamento teatrale de “Gli Amici” di Arnold Wesker. Tuttavia, non ottenne il riconoscimento sperato e dovette accontentarsi di ruoli di serie B.

Nel 1990, Chiari recitò nel suo ultimo film, “Tracce di vita amorosa” diretto da Peter Del Monte. Purtroppo, il 21 dicembre 1991, Chiari morì per un infarto nel suo appartamento a Milano. Nonostante le sue grandi performance e il suo contributo al cinema e al teatro italiano, non ricevette mai un premio ufficiale per il suo lavoro.

Walter Chiari rimane un’icona della commedia italiana, ricordato per la sua spontaneità, la sua ironia e la sua vitalità. Sebbene la sua carriera sia stata segnata da alti e bassi, il suo contributo all’arte dello spettacolo rimane indelebile nella memoria collettiva italiana.

Marlon brando

Marlon Brando

  • Marzo 25, 2024
  • Nessun commento
  • Archivio Riccardi

Marlon Brando, nato il 3 aprile 1924 a Omaha e deceduto il 1º luglio 2004 a Los Angeles, è stato uno degli attori più celebri e influenti di Hollywood, nonché un attivista impegnato. Formatosi all’Actor’s Studio, Brando fu uno dei pionieri dell’interpretazione secondo il “Metodo Stanislavskij” negli Stati Uniti, rivoluzionando lo stile recitativo dell’epoca con un approccio psicologico intenso e profondo.

La sua presenza scenica, imponente e magnetica, unita al suo volto contraddittorio e angelico, lo ha reso un’icona del cinema americano. Brando raggiunse la fama internazionale nel 1951 con la sua interpretazione di Stanley Kowalski in “Un tram che si chiama Desiderio”, seguito da una serie di ruoli memorabili nei film degli anni ’50 come “Il selvaggio”, “Fronte del porto” e “Bulli e pupe”.

Nel corso della sua carriera, Brando ottenne otto nomination agli Oscar, vincendolo due volte per i suoi ruoli in “Fronte del porto” e “Il padrino”. La sua scelta di rifiutare la statuetta in segno di protesta contro le ingiustizie subite dai nativi americani lo rese un’icona di ribellione e integrità.

Brando fu un’ispirazione per molti attori successivi, tra cui James Dean, Al Pacino, e Robert De Niro. Oltre alla sua carriera cinematografica, Brando si distinse anche come attivista, sostenendo diverse cause sociali, inclusa quella del movimento afroamericano.

Nel 1963 partecipò attivamente alla marcia su Washington e divenne un’icona di giustizia sociale. La sua influenza culturale è stata enorme e la sua eredità artistica rimane viva ancora oggi. Marlon Brando è stato uno dei pochi attori ad essere stato nominato come uno dei 100 personaggi più influenti del secolo dalla rivista Time nel 1999, e l’American Film Institute lo ha classificato al quarto posto tra le più grandi star della storia del cinema.

Nel 1957, durante un viaggio a Roma, Marlon Brando ebbe un incontro memorabile con il fotografo Carlo Riccardi presso il noto negozio di camicie di Battistoni. Questo incontro, immortalato in una serie di fotografie iconiche riportate di seguito, mostra l’umanità del grande attore e la capacità di Riccardi di riuscire a raccontare il mondo da ogni punto di vista.

Le immagini sono state realizzate da Carlo Riccardi nel 1957. Battistoni, il proprietario dell’atelier nel centro di Roma, avvisò telefonicamente Riccardi della presenza di Brando nel suo negozio, dove il fotografo corse immediatamente per immortalare il grande divo.

Riccardi ha sempre raccontato che l’immagine n.01 fu scattata di nascosto quando Brando, uscendo dal camerino, stava ancora sistemando la camicia nei pantaloni. Momentaneamente l’attore non la prese bene, cercando addirittura di “aggredire” Riccardi, ma dopo, come mostrano le altre foto, tutto si risolse in abbracci.. e “bracci di ferro”.

Anna Magnani

Anna Magnani

  • Marzo 07, 2024
  • Nessun commento
  • Archivio Riccardi

Antidiva per eccellenza, Anna Magnani (Roma, 7 marzo 1908 – Roma, 26 settembre 1973) è stata una figura chiave del neorealismo italiano, interpretando con stile inimitabile il personaggio della popolana focosa e sboccata, ma allo stesso tempo sensibile e generosa, incarnazione dei valori genuini di un’Italia minore.

I personaggi caratterizzati dal suo temperamento focoso e passionale, ma capaci anche di toccanti e imprevedibili dolcezze, le si addicevano in modo perfetto. Anna Magnani è ricordata per quella sua inarrivabile e passionale carica umana, che talvolta sfociava in sanguigne manifestazioni di rabbia o di affetto, e che la distinguevano, oltre come inarrivabile interprete, come donna forte e sensibile, anche se profondamente tormentata.

Diviene ben presto uno dei nomi più richiesti del teatro leggero italiano. Lavora con Vittorio De Sica e con Totò, con il quale recita in numerose riviste, come “Quando meno te l’aspetti” (1940) e “Volumineide” (1942), entrambi di Michele Galdieri. In cinema si rivela nel film “Teresa Venerdì” (1941), di Vittorio De Sica, dove interpreta una bizzarra canzonettista. In seguito interpreterà alcune commedie leggere (“Campo de’ Fiori”, 1943; “L’ultima carrozzella”, 1944; “Quartetto pazzo”, 1945), fino a quando arriva la sua completa rivelazione nel film neorealista “Roma città aperta” (1945) di Roberto Rossellini, con il quale avrà una burrascosa ma intensa relazione amorosa.

Il 1955 è l’anno in cui Anna Magnani vince addirittura il premio Oscar per la sua interpretazione nel film di Daniel Mann, “La rosa tatuata” (The Rose Tatoo, 1955), con Burt Lancaster, tratto dal romanzo di Tennessee Williams. In seguito sarà interprete di pellicole di media-alta qualità, come “Suor Letizia” (1956), “Nella città dell’inferno” (1958) e “Risate di gioia” (1960), il primo e unico film che la vede accanto al suo vecchio compagno di palcoscenico Totò.

Nel 1962 la Magnani prende parte al film “Mamma Roma” di Pier Paolo Pasolini, e gli anni avvenire non le offrono quindi molto a livello cinematografico, così Anna Magnani si rituffa nel teatro, interpretando “La lupa” di Verga, diretta da Franco Zeffirelli, e “Medea” di Anhouil, diretta da Giancarlo Menotti, che la vedono trionfare su tutti i più grandi palcoscenici d’Europa.

L’attrice romana aveva avuto un figlio dall’attore Massimo Serato. Il ragazzo era stato colpito dalla poliomielite, e la madre aveva dedicato il resto della sua vita ad occuparsi di lui. La grande Anna Magnani muore di cancro a Roma il 26 settembre 1973, all’età di sessantacinque anni, assistita fino all’ultimo dall’adorato figlio Luca.

Roberto Benigni

Roberto Benigni

  • Febbraio 27, 2024
  • Nessun commento
  • Archivio Riccardi

Roberto Remigio Benigni, nato a Castiglion Fiorentino il 27 ottobre 1952, è una figura poliedrica nel panorama dell’arte e dello spettacolo italiano. Attore, comico, regista, sceneggiatore e cantautore, Benigni ha segnato la sua carriera con un talento eclettico e una comicità irriverente.

Inizialmente noto come monologhista teatrale, Benigni ha conquistato il pubblico con la sua comicità ironica e dissacrante. Nel corso degli anni, è diventato uno dei personaggi pubblici più riconosciuti e amati in Italia e nel mondo. La sua presenza cinematografica e televisiva è caratterizzata da un carattere gioioso e irruente, spesso sovvertendo il clima dei programmi di cui è ospite.

Tra i suoi numerosi successi, spicca l’Oscar al miglior attore ottenuto nel 1999 per il film “La vita è bella”, di cui è anche regista. Il film ha ricevuto anche l’Oscar al miglior film straniero, consolidando la reputazione internazionale di Benigni. È l’unico attore italiano a ricevere il Premio Oscar per la miglior interpretazione in un film in lingua straniera.

Nel 2021, alla Mostra del cinema di Venezia, Benigni è stato onorato con il Leone d’oro alla carriera, ulteriore conferma del suo impatto duraturo nell’industria cinematografica. Il suo impegno nella recitazione e divulgazione della Divina Commedia di Dante Alighieri, oltre alla sua interpretazione memorabile del Canto degli Italiani e dei principi costituzionali, gli ha guadagnato consensi sia dal pubblico che dalla critica.

Roberto Benigni, un artista eclettico che ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo dell’intrattenimento, continua a essere una figura di riferimento, sia per il suo contributo artistico che per il suo impegno culturale.

Sandra Milo

Sandra Milo

  • Gennaio 29, 2024
  • Nessun commento
  • Archivio Riccardi

Sandra Milo, pseudonimo di Salvatrice Elena Greco, è stata una straordinaria attrice, conduttrice televisiva e figura di spicco nella cultura italiana. Nata a Tunisi il 11 marzo 1933 e scomparsa il 29 gennaio 2024 a Roma, ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo dello spettacolo.

Carriera Cinematografica: Una Storia di Successi e Riconoscimenti

La sua carriera cinematografica è stata segnata da ruoli memorabili in film quali “Il generale Della Rovere,” “Adua e le compagne,” “Fantasmi a Roma,” “Giulietta degli spiriti,” e soprattutto “8½,” premiato con l’Oscar. Negli anni ’60, insieme a Claudia Cardinale e Giulietta Masina, è stata una musa ispiratrice del leggendario regista Federico Fellini.

Nata a Tunisi da genitori siciliani e toscani, ha trascorso la sua infanzia a Vicopisano e successivamente a Viareggio. La sua vita personale è stata caratterizzata da eventi drammatici, tra cui il precoce matrimonio a 15 anni e la perdita di un figlio neonato. La Milo ha esordito al cinema nel 1955 con “Lo scapolo” di Antonio Pietrangeli, diventando presto un’icona del cinema italiano.

Collaborazione con Fellini e Ruoli Indimenticabili

La svolta cruciale nella sua carriera è arrivata con l’incontro con Federico Fellini, con il quale ha anche avuto una relazione clandestina durata 17 anni. Sandra Milo ha brillato in capolavori come “8½” (1963) e “Giulietta degli spiriti” (1965), vincendo il Nastro d’argento come miglior attrice non protagonista per entrambi i film.

Nonostante una brusca interruzione della sua carriera negli anni ’60 a seguito di critiche negative per “Vanina Vanini,” ha continuato a lavorare con registi di spicco come Luigi Zampa, Pasquale Festa Campanile e Dino Risi.

Versatilità Artistica: Cinema, Televisione e Teatro

Dopo una pausa di circa un decennio dedicato alla famiglia, la Milo è tornata sullo schermo nel 1979 con film come “Riavanti… Marsch!” e “Tesoromio.” Nel frattempo, ha avviato una carriera televisiva di successo, conducendo programmi come “Piccoli fans” (1985-1989) e “Giorno di festa” (1992).

La sua partecipazione a “L’amore è una cosa meravigliosa” nel 1990 è stata segnata da uno scherzo crudele, diventando una figura di rilievo nella storia della televisione italiana.

Vicende Personali e Impegno Politico

La Milo è stata vicina al Partito Socialista Italiano dagli anni ’60, intrattenendo una relazione con il leader Bettino Craxi negli anni ’80. La sua vita privata è stata segnata da matrimoni, relazioni e anche da vicende giudiziarie, tra cui una condanna nel 1999 per truffa immobiliare.

Anni 2000 e Oltre: Rinascita Artistica e Impegno Sociale

Negli anni 2000, ha continuato a lasciare il suo segno nel mondo dello spettacolo, partecipando a progetti cinematografici come “Il cuore altrove” (2003) e vincendo il premio come migliore attrice al Festival del Cinema di Brooklyn nel 2011 per “W Zappatore.”

Il suo impegno sociale è emerso durante un’intervista televisiva, in cui ha sostenuto l’eutanasia a favore della madre in fin di vita.

Ultimi Anni e Riconoscimenti

Nei suoi ultimi anni, la Milo è stata protagonista di progetti televisivi come “Quelle brave ragazze” (2022) e “Gigolò per caso” (2023). Il 11 maggio 2021, ha ricevuto il premio David di Donatello alla carriera.

Sandra Milo, un’icona intramontabile, è scomparsa il 29 gennaio 2024 a 90 anni nella sua casa a Roma, lasciando dietro di sé un’eredità artistica che ha contribuito a definire l’identità del cinema italiano.

Raffaella Carrà

Carrà Raffaella

  • Luglio 10, 2021
  • Nessun commento
  • Archivio Riccardi

Nata a Bologna il 18 giugno 1943 come Raffaella Maria Roberta Pelloni, la ballerina e cantante Raffaella Carrà, dopo il debutto in televisione in Tempo di danza (1961), al fianco di Lelio Luttazzi, e nella commedia musicale Scaramouche (1965), nel 1970 approdò a Canzonissima, divenendo nota al grande pubblico. Fu così che la Carrà divenne la prima showgirl del piccolo schermo in bianco e nero.

Leggi Tutto
Giulietta Masina

Giulietta Masina

  • Febbraio 18, 2021
  • Nessun commento
  • Archivio Riccardi

Il 22 febbraio 1921 nasceva a San Giorgio di Piano, a ridosso di Bologna, Giulia Anna Masina, più famosa con il diminutivo Giulietta donatole dal marito Federico Fellini.


Il regista le ha dato i ruoli più importanti, in La stradaLe notti di CabiriaGiulietta degli spiriti, Ginger e Fred. Film che l’hanno resa famosa in tutto il mondo.

Leggi Tutto