Berlinguer Enrico
Enrico Berlinguer nacque a Sassari il 25 maggio del 1922 e fin dall’infanzia riesce a profittare di relazioni familiari e politiche che influenzarono notevolmente la sua ideologia ambiente grazie all’ambiente culturalmente molto evoluto che lo ha circondato.
Nel 1943 Berlinguer si iscrisse al Partito Comunista Italiano e nel 1944 incontrò Palmiro Togliatti. Dopo un breve periodo come vicesegretario del PCI in Sardegna, Togliatti lo richiamò a Roma.
Nel 1949 fu nominato segretario della Federazione Giovanile Comunista Italiana, carica che avrebbe mantenuto sino al 1956 e l’anno seguente divenne segretario della Federazione Mondiale della Gioventù Democratica, l’associazione internazionale dei giovani comunisti. Nel 1968 venne eletto per la prima volta deputato e nel 1972 venne eletto segretario nazionale del PCI.
Negli anni in cui Berlinguer fu segretario, il PCI raggiunse il suo massimo storico, il 34,4% del 1976, furono anni di particolare e diffuso apprezzamento per il carisma “mite” e la capacità di ispirare fiducia di Berlinguer. Dal gennaio del 1977, Berlinguer lanciò una campagna moralizzatrice, che, con una certa strumentalità, puntava il dito contro il cattivo uso della cosa pubblica. E’ questo il momento in cui la questione morale diventa centrale nella propaganda del PCI.
Nel 1978, Berlinguer individuò in Aldo Moro l’interlocutore più adatto alla costruzione di un progetto concreto di “compromesso storico”. La mattina del 16 marzo, giorno della presentazione parlamentare del governo, accadde il drammatico e tristemente noto agguato di via Fani nel quale Moro fu rapito dalle Brigate Rosse.
Berlinguer ritenne subito che si trattasse di un attacco calcolato premeditatamente per mandare in crisi tutto il lavoro occorso per raggiungere un accordo governativo. Il segretario del PCI rimase famoso per la sua forte presa di posizione che si concretizzò nel cosiddetto “fronte della fermezza”, contrario a qualsiasi tipo di trattativa con i terroristi, i quali miravano alla liberazione di alcuni detenuti in cambio di quella del segretario della DC.
Seguì una legislatura da parlamentare europeo, al termine della quale, in vista delle successive elezioni del 1984, Berlinguer si impegnò nella campagna elettorale. A Padova il 7 giugno, sul palco di Piazza della Frutta, mentre teneva un comizio, venne colpito da un ictus. Si accasciò in diretta televisiva, ma, nonostante fosse palesemente provato dal malore, continuò il discorso fino alla fine, sebbene la folla, urlasse di smettere. Alla fine del comizio entrò in coma appena rientrato in albergo. Venne ricoverato in condizioni drammatiche.
Morì quattro giorni dopo, l’11 giugno, a causa di un’emorragia cerebrale. Il 17 giugno 1984, Il giorno delle elezioni europee, il PCI, nonostante la sua scomparsa, decise di lasciare il suo segretario come capolista e chiese di votarlo in modo plebiscitario. Le elezioni sancirono la vittoria del PCI che, per la prima e unica volta, sorpassò la DC, (33,3% contro il 33,0%), conseguenza diretta di quello che è stato chiamato “effetto Berlinguer”.
Grazie ad una preziosissima galleria fotografica visibile cliccando il link che segue, si possono ripercorrere alcuni momenti della vita del leader comunista.